sabato 1 febbraio 2014

Vescovi Nigeriani


I vescovi nigeriani approvano la legge anti-gay. Ma il Vaticano vota contro

cnsn
L’agenzia internazionale “Fides” è organo di stampa della congregazione vaticana per la dottrina della fede e diffonde ogni giorno numerosi dispacci in otto lingue dall’Africa, dall’Asia, dall’America latina e dall’Oceania.
Delle leggi contro l’omosessualità in via d’approvazione in Nigeria e in Uganda e prossimamente in Camerun e Tanzania “Fides” non aveva dato fino a ieri notizia, nonostante avessero fatto rumore sui media occidentali, quasi tutti molto critici al pari di Amnesty International e naturalmente delle organizzazioni pro gay.
Mercoledì 29 gennaio “Fides” ha però rotto il silenzio. E come? Dando rilievo a un editoriale di “Southern Cross”, il settimanale promosso dalla conferenza dei vescovi cattolici di Sudafrica, Botswana e Swaziland.
L’editoriale rilanciato da “Fides” reclama che la Chiesa alzi la sua voce in Africa “contro le legislazioni discriminatorie e la violenza nei confronti degli omosessuali, molti dei quali sono fedeli cattolici”.
Curiosamente, però, due giorni prima, il presidente della conferenza episcopale della Nigeria, l’arcivescovo di Jos, Ignatius Kaigama, si era espresso in forma tutt’altro che critica a proposito della legge anti-gay promulgata il 7 gennaio scorso nel suo paese e firmata del presidente Goodluck Jonathan, cattolico.
In una lettera al presidente della Nigeria a nome di tutti i vescovi e fedeli, Kaigama ha definito la nuova legge “una coraggiosa e chiara indicazione della capacità del nostro grande paese di ergersi a protezione dei più alti valori delle culture nigeriane ed africane circa l’istituto del matrimonio e la dignità della persona umana, senza cedere alle pressioni internazionali volte a promuovere pratiche immorali di unioni omosessuali e di altri vizi correlati”.
Assicurando al presidente Jonathan il sostegno dei vescovi, l’arcivescovo Kaigama così proseguiva:
“La ringraziamo per questa coraggiosa e saggia decisione e preghiamo che Dio continui a benedire, a guidare e a proteggere lei e la sua amministrazione contro la cospirazione del mondo sviluppato per fare del nostro paese e continente una discarica per la promozione di tutte le pratiche immorali, che devastano il progetto di Dio per l’uomo”.
A dare notizia della lettera è stato il “Catholic News Service of Nigeria“, organo della locale conferenza episcopale, in una corrispondenza da Abuja, capitale del paese e sede arcivescovile del cardinale John Olorunfemi Onaiyekan.
Di questo pronunciamento, in “Fides” non s’è vista traccia.
Quanto alla tanto invocata “decentralizzazione” della Chiesa a vantaggio dell’autonomia degli episcopati locali, questo della Nigeria è un assaggio che non a tutti piacerà. Nemmeno in Vaticano, da quanto s’è visto.

L'EQUIVOCO

L'EQUIVOCO



                Prima Parte                     
                                                                    L'EQUIVOCO
La Chiesa non può né deve confondersi con gli uomini di Chiesa, com'è certo che questi non sono la Chiesa. Identificare papi, cardinali, vescovi, parroci e fedeli con la Chiesa, equivale a sopprimere questa, ossia negare l'origine e la natura, l'autonomia dei suoi poteri, la trascendenza della sua storia e del suo destino. In breve: significa avvilire la Chiesa a livello di ogni società umana. In effetti, chi pretende di confondere Chiesa e uomini di Chiesa offende la verità, perché induce ad attribuire all'una e agli altri bene e male, indifferentemente; mentre, come il bene spetta tutto e solo alla Chiesa, agli uomini di Chiesa-- considerati in se stessi, o dal punto di vista della loro umanità con quanto ad essa é naturalmente possibile -si deve tutto il male. Ne consegue la necessità di ricostruire la storia, per dare a ciascuno il suo, liberandosi da ogni pregiudizio tipicamente l a i c o, avente la sua remota origine nella concezione immanentistica della realtà e dei valori, che sopratutto dal Periodo illuministico ha tentato di eliminare il  s a c r o.
Infatti,se l'Altro non c'è, l'umanità deve ritenersi assolutamente autonoma, nella condizione di poter vivere, organizzarsi e progredire indipendentemente da qualsiasi superiore Potenza creatrice e provvidente...; da ogni evento che trascenda  il naturale sviluppo storico della specie umana, essendo questa-nell'ipotesi-esclusiva arbitra del suo destino. Appunto il presupposto dell'umanesimo ateo che, come ha sempre respinto (e irriso) ogni positiva rivelazione divina, così ha rifiutato costantemente la Chiesa quale concreta e vissuta testimonianza di tale rivelazione. Insomma, senza Dio Cristo è soltanto un <Uomo>, e la Chiesa resta responsabile di tutto il bene e il male di cui è capace ogni società umana. C'è di più: secondo l'umanesimo ateo, la Chiesa sarebbe la peggiore delle società umane perché, parlando a nome di Dio, avrebbe avuto la presunzione d'imporsi come Autorità suprema, indiscutibile, attribuendosi prerogative e rivendicando privilegi quali nessun potere civile ha mai preteso, senza scatenare tremende quanto legittime reazioni. In sostanza: chi identifica la Chiesa con i suoi fedeli e i suoi capi, umanizza la Chiesa, attribuendole colpe non sue, ma dei suoi membri. E' l'equivoco in cui cadono: non credenti, che ignorano la vera storia della Chiesa; e credenti, che non ne hanno mai compreso la natura profonda.